STEAM nella tradizione: “il trattorino”.


Attività del 9 dicembre

Competenze trasversali: sviluppare il pensiero critico, la capacità di lavorare in gruppo, il pensiero divergente e la creatività, la fiducia nelle proprie capacità e in quelle degli altri.

Arriviamo con il progetto STEAM alle classi 3^, 4^ e 5^ del nostro plesso. Anche a quest’età è importante partire dalle preconoscenze, che in un gruppo così vario possono essere ricche e articolate. Partendo da una presentazione sulle STEAM, abbiamo chiesto agli alunni che cosa già sapessero e li abbiamo guidati in una riflessione sullo sviluppo tecnologico volto a migliorare la vita dell’uomo. Dalla prima pietra scheggiata ai rover su Marte di strada se n’è fatta. Ma non è stato tutto scoperto o inventato, l’uomo ha ancora e sempre la possibilità di imparare e di migliorarsi. 

Slide tratta dalla presentazione, mostrata in lingua inglese per introdurre l’AI di Canva per le traduzioni.

Inoltre le STEAM non esistono certo da quando se ne parla nei documenti ministeriali che gli hanno affidato un posto di rilievo nei curricoli scolastici. Abbiamo voluto presentare ai nostri alunni un gioco della tradizione sarda che veniva costruito, dai bambini stessi, con materiali e oggetti facilmente reperibili in casa, ai tempi dei loro nonni: “il trattorino”. 

Realizzato con un rocchetto, degli elastici e dei bastoncini di legno, occorre ingegnarsi e tenere in considerazione diverse caratteristiche, dei materiali e del loro assemblamento, per farlo funzionare. Ruotando il bastoncino si dà la carica all’elastico che, una volta rilasciato, fa ruotare il rocchetto sul pavimento. 

Per prima cosa abbiamo mostrato ai bambini le fasi di realizzazione, costruendolo sotto i loro occhi e richiamando continuamente l’attenzione e l’ascolto. I bambini sapevano che sarebbe stato mostrato solo una volta e che poi, in coppia, avrebbero dovuto ricostruirlo, aiutandosi a vicenda, sia a ricordare il procedimento che nella manualità.

A ogni partecipante i suoi materiali.

A prima vista tutti i bambini hanno concluso con entusiasmo: “è facile!” E si sono messi a lavoro. Poiché a ciascun alunno era stato consegnato tutto il kit per la realizzazione del proprio rocchetto, ognuno ha chinato la testa sul proprio lavoro. Poche coppie hanno iniziato da subito a collaborare per realizzarne prima uno, poi l’altro, come era stato richiesto. Abbiamo atteso l’emergere delle prime difficoltà per ricordare che il compito non era individuale ma che bisognava collaborare: uno infila l’elastico, l’altro lo tiene fermo all’estremità, poi prende l’uncinetto, …

Nella presentazione era stato rimarcato che, non solo l’errore era previsto e concesso, ma che sarebbe stato necessario per il raggiungimento dell’obiettivo: realizzare un trattorino funzionante. I bambini hanno dovuto assemblare e smontare più volte l’oggetto, cambiato elastici, spostato i nodi, fino a che, soddisfatti del risultato, hanno potuto giocare con la loro creazione. 

Trattorini pronti per la fase di gioco.

Durante il laboratorio i bambini si sono dimostrati tutti fortemente motivati e questo li ha aiutati a mettere in campo la loro capacità di resilienza, di reagire di fronte alla difficoltà. Dopo quel primo invito a collaborare, abbiamo osservato maturare la fiducia reciproca tra i membri dei gruppi, eterogenei per età, per scelta delle docenti. 

Dopo aver lasciato un po’ di tempo al gioco, abbiamo richiamato i bambini per la valutazione dell’attività e l’autovalutazione su Mentimeter, un’App che permette di fare sondaggi e raccogliere diverse tipologie di informazioni da gruppi numerosi di persone. 

Alunne sulla “nuvola di parole” di Mentimeter.

Abbiamo chiesto di descrivere l’attività con una parola e l’App ci ha restituito in simultanea una “nuvola di parole”. Successivamente, con la modalità “scala lineare” di valutare l’attività, se stessi in termini di impegno, e sé stessi in termini di collaborazione in una scala da 1 a 5.

Una parola per l’attività.

La valutazione di tutti è stata molto generosa, e anche la nostra: è stata un’attività rumorosa ma piena di entusiasmo! E soprattutto, abbiamo costruito qualcosa di utile che abbiamo condiviso con i compagni più piccoli, di prima e seconda, affinché potessero giocarci anche loro.

Bambine e bambini al via, pronti per la gara dei trattorini.

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