Conosciamoci con il teatro


Obiettivi. Educazione civica: rispettare le regole della convivenza civile; comunicare i propri sentimenti e punti di vista nell’insorgere di piccoli conflitti; ascoltare e rispettare le altrui esigenze. Educazione fisica: esprimersi mediante l’utilizzo del corpo.

Competenze trasversali: spirito d’iniziativa, creatività.

Nel mese di aprile abbiamo intrapreso un nuovo percorso di educazione civica volto alla realizzazione di un breve cortometraggio dal titolo “Le 8 cose che non vorresti ti facessero”. La programmazione di questa attività è stata aggiunta alla programmazione annuale, in seguito all’osservazione delle dinamiche relazionali tra le alunne e gli alunni, soprattutto durante i momenti di gioco libero o nelle attività meno strutturate. Alla base di una convivenza serena o, ancora meglio, di una collaborazione produttiva poniamo il rispetto basato sulla conoscenza reciproca.

Come veicolare un concetto così importante? Abbiamo pensato di non proporre semplicemente un lungo discorso fatto di belle parole e buoni propositi. Partendo dalla conoscenza dei nostri alunni e del modo di apprendere dei bambini di quest’età, abbiamo proposto un laboratorio teatrale. Con il movimento, esplorando le modalità espressive del nostro corpo, abbiamo tratto ispirazione dalla metodologia educativa di Freire, come spirito alla riflessione critica, e dal teatro dell’oppresso di Augusto Boal. 

Per iniziare abbiamo chiesto a ciascuno di scrivere, in un bigliettino anonimo, le “tre cose che non sopporti gli altri ti facciano”. Una volta raccolti tutti i bigliettini ne abbiamo estratto e letto uno alla volta in ordine casuale, andando a scegliere un’azione da mimare. Con grande entusiasmo la maggior parte dei bambini si offriva volontaria per entrare in scena.

Tratto dalla scena “Guardarmi in continuazione”

Ma l’entusiasmo fa presto a diventare chiasso e ci sono volute grandi energie per riportare l’attività su toni adeguati per un lavoro in grande gruppo. È stata quindi meglio esplicitata la struttura del lavoro: tutti avrebbero recitato a turno, durante l’interpretazione, al segnale di stop dell’insegnante si sarebbero dovuti immobilizzare come statue, e a questo punto il gruppo avrebbe risposto alle domande stimolo dell’insegnante. Domande come: “secondo voi come si è sentito chi è stato preso in giro?”, “Cosa avreste fatto?”, “A chi non piace che gli si prenda il cibo dal piatto?”, solo per fare alcuni esempi. Ma anche domande su come si sarebbe potuta migliorare la recitazione per renderla più espressiva e chiara.

Dopo una settimana abbiamo scelto quelle più significative e ripreso, con lo smartphone e il braccio stabilizzatore, le scene per il cortometraggio. In questo secondo appuntamento la partecipazione è stata sempre molto attiva ma molto più ordinata. A contribuire a mantenere il silenzio sia la conoscenza anticipata e dettagliata di ciò che si andava a fare, sia il fatto che tutto veniva registrato dalla camera.

Tratto dalla scena “Prendermi in giro”.

Infine la terza settimana il corto è stato proiettato in classe, con la pluriclasse ½ a farci da pubblico. Ancora non abbiamo le competenze e il tempo per il video montaggio in classe. Si lascia ai bambini la scelta delle musiche, tra quelle libere da licenza su Pixabay, e si fanno vedere piccoli scorci del programma di video montaggio utilizzato

Ai bambini piace sempre rivedersi ma soprattutto abbiamo riflettuto e condiviso una nuova esperienza alla quale far riferimento anche in futuro, per risolvere bonariamente i piccoli, naturali, contrasti della convivenza quotidiana. 


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